La successione di tutto ciò ha fatto in modo che la società la condannasse per la vita che ha passato e portavoce e giudice dell’opinione pubblica è Stanley, il cognato di Blanche, che la giudica duramente e le sconvolge ancora di più la vita. Ciò ha segnato profondamente la salute mentale di Blanche, che si è rifugiata nell’alcol, che le ha rovinato la vita. È solo a causa di questo che esce la verità e Blanche si ritrova nella più profonda solitudine “…voglio…stare con qualcuno: non posso star sola!…” 6.
Inoltre, nei lunghi anni di sofferenze, Blanche ha coltivato un’ossessione per l’aspetto fisico, dettata soprattutto dalla società che impone il mito della giovinezza. Quando la vecchiaia inizia a sopraggiungere ed a lasciare i segni del
tempo, Blanche ha paura e lo ammette dicendo: “Ho paura!…Io, io sto sfiorendo!” 7 e si nasconde nel buio “…Non mi guardare…Spegni quella lampadina…” 8.
Blanche, inoltre, per sfuggire alla solitudine, ha iniziato a frequentare molti uomini poiché pensa che sia l’unico modo per trovare un rifugio sicuro che la possa salvare “…L’intimità con gli estranei era l’unica cosa che mi aiutava a riempire il vuoto del cuore…la paura mi spingeva da uno all’altro, in cerca di protezione…” 9.
La società, infine, la condanna espellendola dalla scuola in cui insegna: “…Questa donna è indegna del suo posto!…” 10 e ciò provoca un ulteriore declino di Blanche, che viene cacciata da Laurel, il suo paese natale, con un’ordinanza del sindaco “Diventò la macchietta della città” 11.
La valutazione critica dell’opinione pubblica, ovviamente, non può che avere effetti negativi sulla fragile persona di Blanche, che inizia a presentare un’immagine falsa di sé verso tutte le persone e lo ammette dicendo: “…Altero le cose…” 12; inoltre, anche la salute mentale inizia a vacillare e la cattiveria della gente nell’esprimere i giudizi la porterà alla follia.
Diversamente, Helene ha sempre basato la sua vita su ciò che le è stato insegnato sin da piccola e, cioè, “…Doveri…Vi ho creduto fermamente per molto tempo,tutta la vita era dovere…” 13. Ciò l’ ha portata a sposarsi con il ciambellano Alving non per amore, ma per obbligo e rispetto verso la famiglia;
Helene, infatti, ammette di essere stata innamorata del pastore Manders dicendogli: “Credevo che sapesse dove s’era smarrito, allora, quello che lei chiama il mio cuore” 14.
Inoltre, il ciambellano ha contribuito alla rovina della vita di Helene, che è stata costretta a mandare via il figlio Osvald per salvarlo dall’insana vita condotta dal padre fuori e dentro le mura domestiche “…Aveva già sette anni e cominciava ad osservare e a far domande, come tutti i bambini…” 15. al ricordo di questa sua decisione il pastore, voce dell’opinione pubblica, risponde con molta crudeltà dicendo: “…Ha ripudiato i suoi doveri…di madre…” 16. Egli afferma ciò perché, nonostante abbia frequentato per lunghi anni la casa del ciambellano, è sempre rimasto cieco dinnanzi alla scellerata vita del signor Alving. Solo la frase “…Nessuno sa quanto mi sia costato” 17 spiega la sofferenza della signora causata dal distacco dal figlio, che ha potuto ritornare a casa solo da adulto, dopo la morte del padre. Per di più l’immorale modo di vivere del ciambellano ha portato tra le mura di casa Regine, la figlia nata dal tradimento con Johanne, la cameriera “…quella relazione ebbe delle conseguenze…” 18.
Tutto ciò ha fatto soffrire moltissimo Helene, che si è vista costretta a scappare di casa per andare da Manders “Ha abbandonato la casa e il focolare…È fuggita da suo marito…” 19, ma quest’azione si ripercuote duramente sulla sua reputazione, poiché la società la giudica come una moglie scellerata che ha disertato il tetto coniugale “…Ogni legame le era intollerabile…Non le garbava più d’essere moglie, e abbandonò suo marito…” 20.
La valutazione che la società ha espresso la porta a vivere una vita ancora più dolorosa di quanto non la fosse già prima ed il portavoce di tutto ciò che l’opinione pubblica esprime è il pastore Manders, che critica duramente le azioni intraprese dalla signora Alving “…Riconosce ora di essere colpevole…Lei vuole allegare scuse per la sua condotta…” 21.
Attraverso la sofferenza provata da queste due donne è chiaramente descritta la crudeltà della società nell’esprimere i giudizi. Helene e Blanche sono state rovinate dalla società che bada solo alle apparenze. Esse, infatti, non hanno potuto essere sé stesse poiché hanno dovuto seguire ciò che gli obblighi sociali impongono.
Probabilmente, la loro vita sarebbe stata migliore, molto più felice, se solo avessero potuto spiegare il perché delle loro azioni e l’entità delle loro sofferenze interiori, se solo non fossero state giudicate senza chiedere loro il perché delle loro scelte di vita.
NOTE:
1 T. Williams, Un tram che si chiama Desiderio, Einaudi, Torino 1963, pag. 72.
2 H. Ibsen, Gli spettri, Einaudi, Torino 1959, pag. 34.
3 T. Williams, Un tram che si chiama Desiderio, Einaudi, Torino 1963, pag. 69.
4 Ibidem, pag. 70.
5 Ibidem, pag. 22.
6 Ibidem, pag. 20.
7 Ibidem, pag. 58.
8 Ibidem, pag. 16.
9 Ibidem, pag. 87.
10 Ibidem, pag. 87.
11 Ibidem, pag. 73.
12 Ibidem, pag. 87.
13 H. Ibsen, Gli spettri, Einaudi, Torino 1959, pag.
14 Ibidem, pag. 71.
15 Ibidem, pag. 42.
16 Ibidem, pag. 37.
17 Ibidem, pag. 34.
18 Ibidem, pag. 36.
19 Ibidem, pag. 32.
20 Ibidem, pag. 34.
21 Ibidem, pag. 34.