Volendo però definire meglio alcuni passaggi, mi focalizzerò in maniera più dettagliata sul passaggio di importanza della donna tra la fine del 1200 e l'inizio del 1300.
Come ben sappiamo nel tredicesimo secolo di sviluppa in Italia il così-detto “dolce stil novo”. Questo movimento poetico è caratterizzato da una scrittura aulica, nobile (volutamente si è vuole marcare le distanze dal volgare): in esso si afferma un nuovo concetto di amore e quindi anche della donna. Quest'ultima viene disegnata come una donna angelo, particolareggiata da ondulati capelli biondi, occhi azzurri e dalla palle candida.
Uno degli autori più influenzati di questa corrente è stato Francesco Petrarca. Lo si può notare nella canzone “Chiare, fresche e dolci acque”, nel quale il poeta dona un immagine della donna simile alle caratteristiche sopra citate [ per esempio: “Qual fior cadea sul lembo, qual su le trecce bionde..”].
Tuttavia il personaggio più di spicco è Dante Alighieri. Dal suo punto di vista la donna è l'unico tramite tra l'uomo e Dio: ella infatti è presentata come una creatura divina. Modello di questa concezione è il sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare”. In esso la donna (in questo caso Beatrice),oltre all’aggettivazione divina (“e par che sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare”), ha l'angelico potere di pietrificare gli uomini lasciandoli quasi disorientati.
Ma, a partire dal 1330 circa, Boccaccio interviene modificando il significato dell'amore e di conseguenza della donna. Lo scrittore/poeta italiano ha una visione più terrena: l'amore non è più visto solo come qualcosa di teorico, ma assume forma diventando umano. Questo non vuole però deviare il lettore dal credere che in Boccaccio la figura femminile abbia un ruolo inferiore. Tutt'altro anzi: Giovanni Boccaccio dedica il proemio delle sue opere alle donne innamorate, le quali sono costrette a celare le loro emozioni/sentimenti; dal “Decameron” Boccaccio spera che esse potranno dilettarsi e avere l'utile consiglio per affrontare la vita.
Quindi, se da una parte le donne assumano un ruolo da protagoniste (“Decameron”) dall'altra Dante non pone mai una donna come personaggio principale in una delle sue composizioni né osa presentarci una donna che si innamora di un uomo: essa è l'unico strumento nel raggiungimento di Dio.