La guerra in Vietnam al cinema

Authors Avatar by masolaurea (student)

La guerra in Vietnam al cinema

La guerra in Vietnam segna una svolta nella storia del rapporto tra media e conflitti; durante questa esperienza si sviluppa un insieme di miti che tendono ad esagerare l’influenza dei media nel determinare l’esito di una guerra  la disfatta americana viene fatta ricadere in gran parte sui giornalisti, colpevoli di aver orientato l’opinione pubblica contro lo sforzo bellico; il Vietnam diventa una guerra “persa in soggiorno”, davanti alla televisione e non sul campo di battaglia. 

La “sindrome del Vietnam”, la paura di invischiarsi in lunghi e costosi conflitti in regioni lontane, si lega profondamente a questi stereotipi, che si diffondono trasversalmente nel mondo politico, militare e giornalistico, e non solo negli USA. 

Tuttavia, nonostante queste idee contengano un fondo di verità, esse in gran parte sono miti e l’impatto dei media sull’opinione pubblica va senz’altro ridimensionato. In Vietnam, gli USA ritengono di poter vincere partendo da un equivoco: che si tratti di una guerra che entrambi i contendenti considerano limitata. Ma la resistenza accanita delle forze vietnamite darà loro torto e richiederà uno sforzo ulteriore che gli USA non saranno disposti ad affrontare. 

Così, anche se alcuni bombardamenti sui villaggi vengono evitati per timore delle reazioni del pubblico americano, la decisione di contenere l’uso della forza è frutto prima di tutto di una precisa scelta politica: il presidente Johnson non vuole perdere il controllo della situazione, provocando l’intervento di Cina ed URSS. 

Questa guerra rappresenta certamente una novità dal punto di vista della copertura giornalistica: è stata chiamata la “guerra senza censura” = le limitazioni imposte ai giornalisti sono quasi inesistenti, i corrispondenti sono liberi di muoversi come vogliono e i loro articoli non sono sottoposti al controllo militare, che non si può imporre in una guerra limitata, per di più mai ufficialmente dichiarata. 

 

Vengono alla luce storie di massacri perpetrati dalle forze americane, critiche feroci alla conduzione della guerra e, nel 1971, il New York Times sfida il governo pubblicando i Pentagon Papers = una raccolta segreta di documenti che ricostruisce il percorso decisionale che aveva portato all’intervento. 

Join now!

Ma questa è solo una parte della storia. La maggioranza della copertura, soprattutto nei primi anni, è molto favorevole all’intervento in Vietnam; le critiche si focalizzano sul come raggiungere la vittoria, non sul perché dell’intervento. 

L’intervento americano viene presentato nel contesto della “teoria del domino” = il Vietnam è la prima pedina del domino indocinese, considerato vitale in termini di sicurezza globale; il paese è il primo avamposto del mondo libero a sostenere l’attacco comunista orchestrato a Mosca e a Pechino. Nessuno mette in dubbio questa premessa è l’intervento è sempre considerato un obiettivo legittimo della politica statunitense. 

Oltre all’ideologia ...

This is a preview of the whole essay