Neorealismo Cinematografico

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Taylor Curry

Neorealismo Cinematografico

        L'avvento del neorealismo nel periodo del dopoguerra rappresentò una rottura definitiva dallo stile cinematografico che caratterizzò il cinema italiano degli anni venti e la maggior parte degli anni trenta, quello propagandistico e dei telefoni bianchi. Sebbene il neorealismo non esplose fino al periodo del dopoguerra, cominciò a svilupparsi verso la fine degli anni trenta. Questa rottura fu agevolata dal clima di rinnovamento generato dal movimento di resistenza alla dittatura fascista. La nuova tendenza cinematografica del neorealismo fu diffusa da registi come Visconti, De Santis, Rossellini e de Sica grazie alla caduta del regime fascista, che causò lo scioglimento della censure presenti in quell'epoca.

        In quel periodo, la distruzione provocata dalla guerra rese inagibili i teatri di posa che erano stati usati prima della guerra, portando i registi a doversi arrangiare. In questo senso, il neorealismo fu caratterizzato dalla povertà, sia nella produzione nel film (spesso i registi dovettero finanziare il film di tasca propria) che nel ceto sociale trattato. Il cinema neorealista si differenziò parecchio da quello dei telefoni bianchi, concentrandosi fortemente sulle classi operaie, i contadini e i disoccupati, in forte contrasto con la classe borghese trattata nei film dell'epoca precedente. Infatti, la maggior parte degli attori usati nei film neorealisti non erano degli attori professionisti, ma appartenevano a queste classi sociali. Anche i bambini non erano attori professionisti, e spesso ebbero ruoli importanti, come evidenziato dall'inclusione degli scugnizzi nella vignetta dedicata a Napoli in Paisà e dal personaggio di Bruno in Ladri di Biciclette. Tuttavia, in entrambi i casi i ruoli interpretati dai bambini sembrano essere più d'osservazione e commento, di critica delle azioni degli adulti, che uno di partecipazione allo sviluppo della storia. I film furono girati quasi esclusivamente all'esterno, spesso in quartieri poveri e in campagna. A causa di tale, assieme all'uso di luce naturale anziché illuminazione dello studio, i film hanno spesso un aspetto granuloso da documentario, il che fa sembrare che la storia si stesse sviluppando in tempo reale. In generale, i film neorealisti parlano dello stato economico e morale dell'Italia dopo la guerra e trattano temi e sentimenti di speranza, povertà, disperazione e, sopratutto, il desiderio di cominciare da zero.

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        Sebbene tutti i film neorealistici incorporino questi elementi, le trame si sviluppano molto diversamente. Un esempio può essere tratto dal paragone fra Paisà e Ladri di Biciclette. In questi film, le strutture della trama sono ampiamente diverse: Paisà è un film costituito da sei episodi non correlati che si svolgono ciascuno in un luogo diverso, mentre Ladri di Biciclette ha una struttura più ordinaria, ovvero con protagonisti chiari ed una trama comune. Eppure, entrambi i film non hanno una risoluzione definitiva. Ogni episodio in Paisà ha un finale ambiguo, e spesso lo spettatore può solo inferire cosa esattamente sia accaduto; allo ...

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