Storia generale del turismo.

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Storia generale del turismo.

Prefazione.

La curiosità di conoscere luoghi lontani ed esotici è innata nell'uomo. Fin dai primi navigatori l'uomo ha ricercato nuove terre da colonizzare, ricchezza o semplicemente il desiderio di confrontarsi con culture diverse dalla propria. La letteratura di viaggio ci tramanda testimonianze e suggestioni in ogni secolo della storia umana. L'odissea di Omero conserva ancora l'attualità per lo spirito del protagonista alla scoperta dell'allora sconosciuto e misterioso Mar Mediterraneo. Concetti antichi ma universali, ripresi e trasporti in chiave moderna anche da alcuni serial TV di successo degli anni '60 come Star Trek. Ambienti e contesti diversi con in comune il desiderio del viaggio e della scoperta. Lo stesso spirito che troviamo nei diari di viaggio dell'imperatore romano Adriano, nei viaggi di Marco Polo e degli scrittori romantici dell'Ottocento. Per molti anni il turismo rimase un privilegio per élite, pochi individui erano in grado di dedicare tempo e denaro al piacere di conoscere. Ogni diario di viaggio, orale o scritto, ha tramandato nel tempo la leggenda e il mistero di terre esotiche e lontane in un mondo ancora inespolorato. Fino agli inizi del ventesimo secolo le distanze e i mezzi di trasporto obbligavano i viandanti a lunghi periodi di spostamento. Le stesse guerre sono state affollate di giovani che, altrimenti, non avrebbe mai potuto viaggiare in terre lontane.

Storia generale del turismo.

La storia del turismo inizia verso il 1400 quando i navigatori cinesi raggiungono l'Africa dell'est e quelli portoghesi scendono lungo le sue coste da ovest. Il turismo di quei tempi non era alimentato solo dalla sete d'oro o di altre pietre preziose o dal traffico di seta e di altre merci rare; uno dei motivi per cui così tanta gente decise di viaggiare fu semplicemente la curiosità e il piacere, al ritorno, di potersi vantare con gli amici del fatto di essere andato in un posto diverso e di portare dei souvenirs; come l'ammiraglio Zen He che al ritorno dal suo viaggio in Africa portò come souvenir una giraffa. Nel 1492 esce la carta universale del tedesco Martin Behemin nella quale è tracciato un grande oceano che separa l'Europa dalle Indie. Cristoforo Colombo, incuriosito da questa carta, vuole scoprire se da ovest si possono raggiungere le Indie e così intraprende i famosi viaggi grazie ai quali approda in America; dopo Colombo, degli altri esploratori si spingeranno oltre, come Caboto che si spingerà fino al Labrador e Vasco de Gama che si spingerà fino al Capo di Buona Speranza. Nel 1492 iniziano le mire espansionistiche straniere in Italia. Per più di mezzo secolo gli Asburgo e i Valois si cimentano nell'impresa: impossessarsi dell'Italia, dei suoi tesori antichi, dei suoi artisti significava garantirsi il predominio sull'Europa. Nel 1700 viaggiavano ormai per il mondo tedeschi, inglesi e francesi. A essi si aggiunsero più tardi gli americani e i giapponesi. Gli italiani ebbero grandi e avventurosi esploratori. L'uso di viaggiare per avventura, per cultura o anche per piacere è , per la gente italiana, recente. Nel 1700 e nel 1800 fino agli anni 70 del nostro secolo , la presenza italiana nei flussi del viaggio culturale e del turismo mondiale restò scarsa. Oggi è il contrario. Gli italiani sono sempre più protagonisti del turismo internazionale. Non solo nelle grandi regioni turistiche, più attrezzate per accogliere gi stranieri, ma anche in angoli sperduti delle foreste equatoriali o delle tundre subartiche. Il viaggio attraverso il mondo è ormai considerato da molti italiani una modalità normale di godimento della vita e di apprendimento della realtà. Parecchi anni fa si viaggiava con carrozze isolate che si avventuravano dalle Alpi verso la pianura, oggi di usano i pullman internazionali di noleggio e i charter. Spesso è un'umanità che non cerca contatti, ma solo posti letto e posti tenda. A essi si deve potere offrire ordinatamente e saggiamente qualcosa se non si vuole che il turismo non divenga soltanto un'industria inquinante. Nel 1700 non vi era bisogno di predisporre attrezzature particolari, bastavano scarse capacità di recezione alberghiera e un posto letto. Oggi è indispensabile un'attrezzatura che unisca i confort alle possibilità di scelte turistiche, culturali, paesaggistiche, folcloristiche ecc..

Il turismo nella Grecia Antica.

Gli antichi Greci si erano organizzati in città-stato, che vivevano in completa autonomia le une rispetto alle altre.

Alla frammentazione politica si contrapponeva un forte un senso di unità di popolo. Pur nella diversità dei dialetti, l’unità linguistica permetteva la comunicazione più completa, in modo che si era sviluppata una cultura unitaria. La religione divenne l’elemento che favorì e mantenne questa straordinaria unità.

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I santuari degli dei non vennero considerati proprietà esclusiva della città che li possedeva: erano aperti a tutti e, in occasione delle feste religiose, da ogni città convergevano delegazioni ufficiali e persone.Il momento più interessante delle celebrazioni consisteva nella disputa di competizioni atletiche nelle quali si misuravano i giovani delle famiglie più distinte.

Queste celebrazioni comportavano l’organizzazione del viaggio vero e proprio, dell’ospitalità, dell’accesso all’evento religioso-agonistico.

Ma, in Grecia, sorge anche il viaggio motivato dal piacere di conoscere. Il viaggio culturale crea la mentalità ad un utilizzo del tempo liberato da preoccupazioni economiche al fine di un arricchimento spirituale.

La ...

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