Il tema principale è la coscienza; quanto è difficile cancellare il passato. Si dice che il tempo guarisca ogni ferita, ma per Amir, il passato, è come se fosse una bestia inferocita pronta ad acchiaparlo quando il meno se lo aspetta. Si sente in colpa per quel che è successo moltissimi anni fa col suo amico, o meglio dire fratellastro, la quale lui non ha intervenuto. Forse per paura, magari era solo codardo, oppure non gli importava più di tanto del suo caro amico perchè sapeva che se fosse andato ad aiutarlo avrebbe perso l'occasione di conquistare Baba, suo padre. Un altro tema, si può considerare secondario, è l'amore verso la propria città natale, verso la moglie, Hassan, suo figlio e il padre. Sicuramente questa tematica non manca. Si sente proprio che mentre si legge, l'amore sopravviene sopra ogni cosa, è messa per primo, anche prima della forza. Questo lo si dimostra quando ad esempio Amir, incomincia a colpire Hassan con della frutta urlandogli di reagire ma egli, sopraggiunto dall'affeto che prova per Amir, si fa colpire senza una minima esitazione. Infine Hassan gli dice: “Sei soddisfatto? Ti senti meglio adesso?”. Qui, Amir scoppia a piangere e pensa che Hassan non potrebbe meritarlo.
Il protagonista della vicenda, che durante il libro lo vediamo crescere dai 12 ai circa 40 anni, passa la sua infazia e metà adolescenza a Kabul mentre fa la maturità in America. Il ragazzino si chiama Amir ed è un giovane magro e pallido di statura bassa e dalle spalle strette, con occhi color castano chiaro e capelli scuri. È un tipo un pò arrogante e vigliacco nei confronti del suo migliore amico Hassan. Molte volte si dimostra codardo perchè non sa difendersi e fugge dalle sue paure e responsabilità, sempre tentando di salvare se stesso e mai a pensare alle conseguenze e agli altri. Amir è molto diverso dal padre; non abile negli sport ma molto bravo a scuola, specialmente nella scrittura la quale fa leggere il suo primo racconto a Hassan e a Rahim Khan. Avendo queste doti e non quelle che vorrebbe Baba, il padre, perde la sua fiducia e la sua fierezza. Cerca di fare di tutto per rendersi onorevole a suo padre; riuscirà a raggiungere il suo scopo nella giornata della gara degli aquiloni la quale vince.
Egli è diverso da molti altri ragazzini della sua età anche perchè non affronta le difficoltà con coraggio ma preferisce farsi sottomettere piuttosto che rischiare la pelle. La debolezza del ragazzo è dovuta dal fatto che non crede in se stesso e nelle sue possibilità, cosa ancora più accentuata dal fatto che il padre non lo ha mai 'considerato', addirittura dice: “se non lo avesse visto uscire dal corpo di sua moglie, non avrebbe creduto che fosse suo figlio…”. Questi difetti di Amir, arrivano al culmine proprio nel giorno in cui Hassan viene maltrattato perchè non aveva neanche immaginato di provare ad aiutarlo, invece scappò via. Il gesto che aveva fatto quel giorno nel vicolo di Kabul, essendo stato codardo, vigliacco e ingrato nei confronti del suo migliore amico, rimase turbato, per il senso di colpa, per tutto il resto della sua vita, anche in America.
Amir, alla fine del racconto, riesce finalmente a superare le sue paure dopo molti anni, trovò la forza per ritornare nella sua terra, ad affrontare uomini pericolosi ed armati e a salvare il suo nipotino Sohrab. In questo modo batte per tutte le sue sofferenze nei confronti di Hassan ed è pronto a dare a Sohrab tutto l'amore che non aveva dato all'amico Hassan, la quale scoprirà di essere suo fratello.
Si può quindi dedurre che sia un personaggio individuo, nel senso che cambia durante il corso della vicenda.
Hassan è un altro dei personaggi principali, un Hazara, figlio di Ali che vive da sempre nella villa di Amir e Baba in una capanna nel giardino della villa. Egli è il fratellastro di Amir perchè hanno lo stesso padre; la madre, Sanaubar, è scappata dopo aver partorito il figlio.
Hassan viene descritto da Amir: “...viso...perfettamente tondo, come quello di una bambola cinese di legno, con il naso largo e piatto, gli occhi a mandorla, stretti come una foglia di bambù, giallo oro, verdi, o azzurri come zaffiri a seconda della luce...e piccole orecchie dall’attaccatura bassa e il mento appuntito...E quel labbro spezzato...labbro leporino.” Lui è anche un analfabeta ma un ottimo cacciatore di aquiloni, veloce ed agile nella corsa e un fedelissimo amico. È sempre pronto a difendere il suo caro amico Amir, con il quale he legato un amicizia molto stretta, pronto a sacrificarsi per lui in ogni momento, accettando le conseguenze dei suoi errori. Il ragazzo timido e sensibile non desidera altro al mondo che il suo più caro amico Amir; adora quando gioca con lui e gli regala i suoi giocattoli, quando gli legge le sue storie e specialmente quanto insieme fanno la caccia agli aquiloni.
In Hassan non c'è ne cattiveria e ne invidia, anzi, è totalmente il contratio di Amir. Egli non ha mai paura di niente e non fugge di fronte alle difficoltà. Questo forse è il figlio che Baba ha sempre sognato, e non ha tutti i torti; ma nessuno può e mai potrà avere il figlio che sempre desiderava, cioè perfetto.
Hassan invece è un personaggio tipo; il suo personaggio non mutua nella storia, rimane sempre il solito pieno di bontà d'animo e l'affetto nei confronti del suo amico non cambieranno mai.
Il tempo della storia è attorno agli anni '70 quando Kabul era ancora sotto una Monarchia, che poi passò ad una Repubblica Presidenziale. Era ancora ai tempi dove si viveva nel benessere, la gente passeggiava tranquilla per strada, gli autobus e i camion colorati percorrevano le strade e c'erano ancora le cacce agli aquiloni. Dopo questi piacevoli anni, Kabul venne occupata dai Talebani e il disordine del popolo incomiciò a peggiorare, anno dopo anno. Kabul passò dalla città dove potevamo definirla un paradiso, ad un inferno di miseria, depressione e torture. La loro occupazione terminò precisamente nell'anno 2001; fa dunque sfondo all'intera vicenda per trant'anni. Quindi il romanzo è storico perchè è ambientato nei momenti storici ben precisi e realmente accaduti.
La opposizione spaziale più comune nel libro è quella del alto/basso. Alto può rappresentare la collina, la quale i due amici andavano per leggere e giocare. Dava a loro un senso di superiorità e sicurezza. Mentre il basso, in questo caso è tutto ciò che li circonda. Altri elementi che fanno parte di questa opposizione è l'aquilone, che è il simbolo dell'intera storia. Rappresenta l'alto, quindi il senso, anche qui, di sicurezza, di libertà ma solo fino ad un certo limite. Questo perchè l'aquilone è attacato ad un filo verso la terra, che è il basso; un filo però molto sottile che potrebbe essere facilmente spezzato e la tua libertà sarebbe oltre i confini di qualsiasi immaginazione ma poi, non riusciresti più a ritornare indietro verso ciò che ami. Il filo rappresenta anche l'unione tra l'uomo che è fisso sulla terra e, la libertà che ogni persona ha ma con un certo limite. È come se la terra stessa non potrebbe stare senza l'uomo, senza le sue creature; neanche il mondo non può esistere senza il cielo.
Durante il corso della vicenda, di analessi (flashabck) ce ne sono moltissimi; sono tutte riflessione del narratore stesso che racconta ciò che accade nel passato tra egli e Hassan, le sue paure e quello che poteva evitare di fare. Nella prima parte, all'inizio del racconto, si può notare la presenza dell'analessi; si tratta di un pensiero di Amir passando dal 2001 al 1975 e qui, possiamo avere una prima impressione su vari personaggi. Continuando il racconto, ci troviamo di fronte I flash-back in modo continuo, talvolta messi in corsivo; racconta specialmente della sua infanzia, addirittura ricorda i profumi e I suoni del luogo in cui un tempo abitava.
La narrazione è in prima persona, quindi c'è un narratore interno di primo grado che assume il punto di vista di un personaggio, Amir. Per la maggiorparte della storia, si ha dunque una focalizazzione fissa, sempre e solo da un punto di vista e per ciò, molte cose vengono descritte in modo esagerato, sia per difetto che per eccesso. L'autore infatti, decide di mettere un narratore interno di secondo grado, Rahim Kahn; un personaggio che racconta all'interno del racconto di un altro personaggio.
Lo stile ed il linguaggio di questo racconto sono molto accurati, quindi un linguaggio ricercato con moltissime parole in lingua straniera.
Questo libro è veramente unico e speciale, una storia indimenticabile che fa commuovere, è uno dei libri che sono riuscita ad apprezzare di più! È un romanzo che toglie il fiato; all'inizio mi sembrava la solita storia 'romanzata', e invece, è bastato resistere alla prima fase descrittiva per essere immersi nella storia da capo a coda e per scoprirne un valore che non solo appassiona, ma fa nascere buoni dolci senzazioni e buoni sentimenti. È uno di quei pochi libri che ti fa pensare, molto significativo, se tutti lo leggessero, forse il mondo sarebbe diverso.