Principali Settori Economici
Agricoltura
Sebbene l’agricoltura abbia generato nel 2002 solo il 2.7% del PIL, essa impiega circa 4.3 milioni di abitanti, circa il 25% della forza lavoro. Ciò dimostra la persistenza in Polonia di un economia ancora per buona parte rurale, con la necessità di ristrutturazione in questo settore. Esso è infatti costituito da circa 2 milioni di aziende agricole, tutte private, poveramente equipaggiate e la maggior di esse parte gestite secondo criteri di sussistenza e poca propensione al mercato. Si ha quindi la necessità di riforme per aumentare la dimensione delle aziende, sviluppare miglioramenti soprattutto nel campo delle comunicazioni e della gestione ambientale. I redditi dei contadini si sono abbassati dalla caduta del comunismo, e la situazione è peggiorata negli ultimi anni, povertà e disoccupazione nelle campagne sono infatti oggi uno dei maggiori problemi del Paese. Nel Summit di Copenhagen nel 2002, sulle negoziazioni per l’accessione, venne raggiunto un accordo che prevedeva pagamenti diretti verso i contadini, che cresceranno gradualmente in riferimento ai livelli prevalenti negli attuali membri. Tuttavia tali pagamenti potranno aumentare, sopra il livello medio attuale dei 15 membri, del 55% nel 2004 e del 60% nel 2005.
Estrazione Mineraria
Sebbene la Polonia rimanga uno dei maggiori produttori mondiali di carbone, il reddito dell’industria mineraria in questi anni sta subendo una brusca caduta rispetto alla produzione industriale, portando la quota sul PIL a circa il 5% contro l’8% del 1995. Tale settore è stato sotto pressione durante il periodo di transizione, la domanda è scesa e i costi sono saliti a causa di una forte presenza di sindacati orientati a far salire sia i salari che il tasso di occupazione, con la conseguenza di gravi perdite di settore e la necessità di una ristrutturazione. Oltre al carbone, esportato per il 20% della produzione, la Polonia produce anche altre due commodities in quantità significative, rame e argento. La società che se occupa, KGHM Polka Miedz, è una dei sette maggiori produttori di rame al mondo, coprendo il 3% del prodotto mondiale.
Industria manifatturiera
L’industria manifatturiera ha condotto la ripresa dell’economia fin dalla recessione del 1989-91. Fin da allora ha avuto un intenso sviluppo, tranne il periodo di stagnazione del 2000-2001, superato nella metà del 2002 grazie soprattutto all’aumento delle esportazioni. L’industria pesante, soprattutto quella dell’acciaio, ha trovato alcuni problemi nel passaggio all’economia di mercato a differenza di settori quali quello dei motori e branche dell’industria leggera che hanno registrato buone performance. Tra queste ultime, il settore degli alimenti e bevande è quello più sviluppato con il 20% delle vendite, e quello automobilistico è al terzo posto dopo il settore chimico. Altri settori molto importanti sono la raffinazione del petrolio, metalli base, prodotti in metallo, macchinari, attrezzature e mobili. L’industria dell’acciaio soffre di seria capacità in eccesso, la produzione è concentrata nel sud del paese con il 60% della produzione concentrato in due impianti: Huta Katovice e Huta Sedzimira, che soffrono di problemi di liquidità. Tali impianti fanno parte di una singola compagnia statale, Polskie Huty Stali, acquistata poi da una compagnia inglese e ristrutturata. Le industrie manifatturiere di proprietà dello Stato sono quelle dei settori problematici quali soprattutto le attrezzature e armi per la Difesa e i cantieri navali.
Costruzione
Nella seconda metà del 1990 l’attività di costruzione commerciale era concentrata nelle mani delle città maggiori, Varsavia, Danzica e Cracovia, la cui principale attività era costruzione di uffici, hotels e abitazioni. Nelle altre zone il settore della costruzione non ebbe grande sviluppo soprattutto a causa della mancanza di progressi nella costruzione di autostrade, e della scarsezza degli investimenti interni. Negli anni successivi al 1999 il settore ha subito una forte discesa, soprattutto a causa dell’aumento dei tassi di interesse che ha scoraggiato gli investimenti delle aziende; si assiste invece ai primi segni di ripresa solo nella metà del 2003. Il recente boom delle vendite di appartamenti in Polonia è visto dagli osservatori del mercato come un segnale di rilancio dell’economia del paese. Gli ultimi mesi del 2003 hanno visto infatti un aumento del 30% nel numero delle trattative, ed un corrispondente aumento delle vendite, come confermano le maggiori imprese edili. Almeno due le cause che hanno contribuito al verificarsi di tale fenomeno: la crescita dell’IVA sull’intero comparto dell’edilizia e un aumento dei prezzi , il tutto a partire dall’ingresso della Polonia nella UE. Parte del merito va alle banche che attualmente offrono mutui a condizioni molto vantaggiose, il che contribuisce a far considerare l’acquisto di un immobile un investimento redditizio. Proprio dal risveglio del settore immobiliare potrebbe partire un rilancio dell’economia, con la creazione di nuovi posti di lavoro. In Polonia, il numero di nuovi appartamenti immessi sul mercato è ancora basso, con 300 unità abitative per 1.000 abitanti, una volta e mezza meno che in Germania e Francia. Se si ponessero l’obiettivo di raggiungere quegli standard in 10 anni, le imprese edili polacche dovrebbero costruire e vendere in tale lasso di tempo 1,3 milioni di appartamenti.
Il sistema finanziario
Questo settore è in generale ben regolato e stabile. La riforma cominciò nel 1989 quando la Banca Nazionale Polacca cessò l’attività commerciale e diventò banca centrale a tutti gli effetti. Così le sue nove divisioni vennero trasformate in banche universali regionali, di proprietà statale e in seguito dopo cinque anni vennero privatizzate. Tre di queste si unirono e formarono la banca più grande in termini di attivo che la PKO bank. Quest’ultima fa parte delle grandi banche oltre alle quali ritroviamo banche di media grandezza e banche cooperative. Le istituzioni finanziarie straniere (in maggioranza agli inizi americane e tedesche), comparirono già nel mercato polacco ne 1989, partecipando alla privatizzazione del settore bancario interno e incoraggiando con la loro presenza l’intervento di nuovi investitori. Inizialmente oltre all’attività di partecipazione all’interno del settore bancario polacco, tali banche offrivano servizi solo ad entità straniere, in seguito hanno cominciato a servire utenti polacchi e stranieri in ugual modo, rivestendo ruoli di grande importanza soprattutto nell’ Investment and Retail Banking (Societè General e Citybank). Per quanto riguarda il settore assicurativo, il maggior problema dei recenti anni è stato la privatizzazione della società assicurativa statale PZU costituita già negli anni dell’era comunista e che adesso ha ancora più del 50% della quota di mercato.Tale processo infatti è stato caratterizzato da varie controversie, e mentre il governo precedente aveva predisposto un piano per vendere la società a un consorzio di banche, il governo attuale ha mostrato poco entusiasmo nel completare la transazione, e una delle banche del consorzio si è rivolta ad un arbitro internazionale per risolvere la questione. Riguardo alla questione dei mercati finanziari, il “Warsaw Stock Exchange” (WSE) aveva solo cinque società quotate nel 1990 quando nacque e adesso sono poco più di 200, ma rimane comunque relativamente un piccolo mercato e non rappresenta una fonte importante per l’investimento industriale. La sua capitalizzazione è circa il 15% del PIL , più bassa che in Ungheria e Repubblica Ceca ed è regolato da una Commissione (KPW) che sebbene criticata talvolta per la lentezza dei processi di quotazione, ha raggiunto un buon grado di trasparenza.
Altri servizi
Con il boom dei viaggi internazionali, nel 1990 anche in Polonia cominciò a svilupparsi un movimento di visitatori sia per turismo, sia per business e da 18,2 milioni di visitatori si passò a circa 90 milioni nel 1999 per poi scendere tale numero negli anni successivi fino a dimezzarsi, a causa della crisi economica. Business e shopping sono le principali ragioni dei viaggi, sia in che dalla Polonia. Le strutture turistiche di questo paese hanno cominciato a svilupparsi fin dal 1990, specialmente nella capitale Varsavia, a Cracovia, nel centro sciistico del sud del paese, Zacopane e sul Mar Baltico, specialmente vicino al confine tedesco. Riguardo al settore commerciale, anche qui la privatizzazione è stata abbastanza veloce e già nel 2001, il 98% delle vendite al dettaglio, avveniva nell’ambito del settore privato, contro il 64% del 1990. Centri commerciali e catene di vendita occidentali inoltre entrarono fin da subito nel mercato polacco, approfittando dei regolamenti di proprietà favorevoli del paese.
2. L’adesione all’UE: Il contesto ambientale
a) Relazioni con l’UE: L’allargamento(cenni).
L’integrazione nelle strutture politiche e di sicurezza dell’Occidente ha rappresentato l’obiettivo principale dei governi polacchi fin dal 1989. Le relazioni diplomatiche tra Polonia e UE cominciarono nel settembre del 1988, e furono ufficializzate agli inizi, con la partecipazione ad un accordo sugli scambi e sulla cooperazione, stipulato e firmato nel 1989. Si trattava di un accordo non preferenziale, che prevedeva il conferimento reciproco dello status di nazione più favorita, e la graduale abolizione entro il 1994 delle restrizioni quantitative applicate dalla comunità alle importazioni provenienti dalla Polonia. In seguito, nel 1991, viene firmato un nuovo accordo, noto come “Accordo Europeo”, che sarebbe entrato in vigore nel 1994, dopo la ratifica nel 1992 delle relative disposizioni commerciali, consolidando così il precedente regime di concessioni commerciali, e iniziando il processo di istituzione graduale di una zona di libero scambio per 10 anni. L’Accordo Europeo costituisce oggi il fondamento giuridico delle relazioni tra la Polonia e l’Unione, con l’obiettivo di fornire un quadro di riferimento al dialogo politico, promuovere l’ampliamento degli scambi e delle relazioni economiche tra le parti e fornire una base per l’assistenza tecnica e finanziaria della Comunità nell’integrazione all’interno dell’UE. A livello istituzionale, l’accordo fornisce un meccanismo per l’attuazione, la gestione ed il controllo in tutti i settori delle relazioni, basato sul sistema dei sottocomitati, che svolgono la funzione di Forum per le discussioni di carattere tecnico. Due organi di fondamentale importanza sono inoltre: il “Comitato di associazione”, composto da alti funzionari, che conduce discussioni approfondite sui vari temi ed è spesso in grado di dare una soluzione ai problemi che emergono nell’ambito dell’accordo; il “Consiglio di associazione”, in cui siedono i ministri, che esamina la situazione globale delle relazioni e offre l’opportunità di verificare i progressi compiuti dalla Polonia nella preparazione all’adesione. Nel 1996, dopo una riorganizzazione della struttura del governo, nasce infine un comitato ministeriale per l’integrazione europea, presieduto dal primo ministro, che svolge funzioni di coordinamento e guida delle politiche, e possiede autorità decisionale in materia di integrazione. E’ inoltre incaricato di passare al vaglio tutte le proposte di legge per verificarne la compatibilità con la normativa comunitaria. Il 5 aprile del 1994 la Polonia ha così presentato la domanda per entrare a far parte dell’Unione Europea, proprio in seguito all’entrata in vigore dell’Accordo Europeo, e tre anni più tardi, nel 1997 ha pubblicato il primo documento sulla strategia nazionale, in cui veniva delineato un piano di preparazione all’adesione all’UE. I negoziati di adesione hanno così avuto inizio il 31 marzo 1998 con sei conferenze intergovernative bilaterali, fra l'altro anche con la Polonia, che come ogni stato candidato ha presentato un programma nazionale per l’adozione dell’acquis, e un elenco delle azioni prioritarie da intraprendere con l’elenco dei mezzi finanziari impiegati, in relazione al contenuto del partenariato per l’adesione. I negoziati per l’adesione con la Polonia sono stati conclusi con successo nel 13 dicembre 2002,e il Trattato di Adesione è stato ratificato il 16 aprile 2003. In un referendum svoltosi il 7-8 giugno 2003, la maggioranza dei polacchi ha espresso il loro supporto all’adesione all’Unione Europea, che avverrà il primo maggio 2004. La Polonia soddisfa i criteri di Copenaghen ma sono necessari ulteriori sforzi per migliorare l'efficienza del settore giudiziario e della lotta alla corruzione. L'economia di mercato è funzionante e presenta un settore privato sempre più prospero nonché un ambiente legale e istituzionale appropriato per l'attività economica, così da permettere al Paese di competere con gli Stati dell'Unione europea a patto che mantenga l'andamento di ristrutturazione economica attuale e proceda nella liberalizzazione del commercio. Si registra una buona stabilità macroeconomica che non è stata danneggiata dalla crisi russa. Deve essere tenuto sotto controllo però l'ampliamento del deficit della bilancia commerciale e devono progredire le privatizzazioni in molti settori, soprattutto in quello della produzione dell'acciaio e dell'agricoltura, così come va perseguito un consolidamento fiscale a medio termine. Il percorso registrato nella libera circolazione dei servizi e dei capitali è buono, così come dimostrano buone intenzioni i provvedimenti adottati in materia di approvvigionamento pubblico e concorrenza, anche se globalmente i progressi sono stati pochi in campi fondamentali per l'attività del mercato interno. Preoccupante risulta essere la politica industriale data la mancanza di una strategia per la ristrutturazione delle acciaierie e del settore automobilistico. In generale, la Polonia non ha ancora intrapreso la necessaria trasformazione sostanziale in termini di politica, acquis comunitario e strutture nei settori dell'agricoltura e delle pesca, molto importanti per l'economia nazionale. Alcuni progressi sono stati fatti nel settore energetico, mentre in quello ambientale la legislazione europea non è ancora stata ratificata. Buoni progressi si registrano per quanto riguarda la rete stradale e i trasporti su strada. In campo sociale, invece, gli sforzi sono stati limitati e il rafforzamento legislativo è un motivo di preoccupazione soprattutto per ciò che concerne l'impiego. Maggiori sforzi sono necessari in materia di controllo delle frontiere e controllo finanziario, soprattutto per ciò che concerne il confine orientale. Globalmente, la Polonia ha ottenuto buoni risultati nell'allineamento comunitario della sua legislazione e nel rafforzamento delle strutture necessarie ad un Paese così grande che intende entrare a far parte dell'Ue.
b) Il problema ambientale
Le autorità comuniste hanno lasciato la Polonia negli anni 80 in una pessima condizione ambientale, con condizioni di vita povere sotto il punto di vista ecologico. Questo a causa della politica centralizzata dello stato che nella gestione economica del paese si era incentrato principalmente sul settore dell’industria pesante e delle materie prime causando una seria distruzione dell’ambiente naturale e il deterioramento di valori ambientali, espressi dal livello di biomassa e bioenergia. Le condizioni naturali dell’habitat umano non erano prese in considerazione, e si dava priorità agli obiettivi dello stato più che ai bisogni del singolo cittadino. La situazione ambientale in Polonia non è tanto più diversa da quella degli altri paesi candidati all’adesione, anche se qui si riscontra la presenza di pesanti emissioni inquinanti concentrate particolarmente in poche aree. Il Consiglio dei Ministri dopo attenti calcoli e ricerche ha identificato 27 aree ecologicamente sotto pericolo, i cui indici di inquinamento eccedevano quelli nazionali. Tali zone occupano l’11% del territorio polacco, circa 34.000 kmq, coinvolgendo circa un terzo della popolazione, cioè quasi 13 milioni di abitanti. Sotto il sistema di governo socialista ci si era quindi trovati di fronte ad una situazione critica per la salute dei cittadini che continuavano a soffrire di malattie respiratorie e circolatorie, e la durata media di vita stava diminuendo drasticamente, per gli uomini sotto i 67 anni e per le donne sotto i 72. Dopo il crollo del regime comunista, il problema ambientale cominciò ad essere affrontato anche se agli inizi, i problemi più urgenti erano quelli relativi alla ricostruzione economica e all’introduzione dell’economia di mercato, tanto che il settore ambiente venne tralasciato. Il primo vero importante passo nell’introduzione di una gestione ambientale a livello statale fu in occasione della nuova Costituzione della repubblica polacca nel 1997 in cui vennero inseriti tre articoli riguardanti il settore ambientale:
Art. 5 La repubblica polacca… assicura una protezione dell’ambiente, secondo il principio dello Sviluppo sostenibile.
Art. 74.1 Richiede alle pubbliche autorità di promuovere una politica per assicurare sicurezza ecologica alle presenti e future generazioni.
Art. 86 Obbliga tutti a fare attenzione alla situazione ambientale e a prendersi la responsabilità per le cause del suo stato di degrado stando alle regole stabilite.
Così in seguito alla pubblicazione della nuova Costituzione, la politica ambientale di stato fu migliorata e furono presi in considerazione tutti quei principi su cui si basa la politica ambientale Europea.
c) Situazione ambientale
Aria
La scomparsa di molti stabilimenti industriali grandi inquinatori dell’aria e gli investimenti sostenuti negli ultimi 10 anni hanno causato una significativa riduzione delle emissioni di polveri nell’aria, una riduzione di SO2 del 55% e di biossido di azoto del 44%. L’efficacia media delle attrezzature antifumi nel settore energetico polacco è del 95,5%. Occorre anche notare che il calo delle emissioni in atmosfera ha eliminato le situazioni disastrose che si verificavano in precedenza (piogge acide in centro di Cracovia). Attualmente solo due tipi di emissioni in atmosfera non hanno la tendenza ad un calo: biossido di carbone e ossidi di nitrato, anche se rispetto 10 anni fa l’emissione è diminuita del 25-30%. In generale la qualità dell’aria in Polonia (esclusi alcuni agglomerati nei quali periodicamente si registrano violazioni dei limiti dell’inquinamento) è buona. Da notare comunque che esistono ancora stabilimenti medi e grandi, i quali devono procedere in tempi brevi a diminuire le emissioni in atmosfera di polveri e di anidride solforosa. Aumenta invece l’inquinamento acustico, in particolare nelle aree urbanizzate.
Acque
La maggior parte del territorio della Polonia è ubicato nei due bacini idrografici della Vistola (54% del territorio) e dell’Oder (33,9%). Quest’ultimo viene inserito tra i fiumi europei con maggior potenziale alluvionale. Per raggiungere lo stato del livello indispensabile di sicurezza antialluvione sarà necessario entro 2010 costruire serbatoi di ritenzione e argini. Negli ultimi 12 anni si è verificato un rilevante progresso nella tutela delle acque, risultato della ristrutturazione dell’economia, del progresso tecnico, dell’esecuzione della responsabilità per l’inquinamento delle acque. Tale risultato si riflette nel miglioramento dei seguenti indicatori:
- diminuzione dei consumi dell’acqua del 22,5%,
- diminuzione della quantità totale delle acque reflue scaricate alle acque superficiali del 19,4%,
- diminuzione della quantità delle acque reflue che richiedono depurazione prima dello scarico alle acque superficiali del 39,2%,
- aumento della quantità delle acque reflue depurate del 77,6%.
Circa il 91,7% degli abitanti delle città utilizza sistemi di approvvigionamento collettivo dell’acqua e il 97,6% delle abitazioni sono allacciate all’acquedotto, mentre solo l’83% dei cittadini utilizza la rete fognaria. Di 880 città polacche, 801 dispongono degli impianti di depurazione dell’acqua di cui 247 città hanno degli impianti di depurazione con un alto grado di eliminazione dei biogeni. In
generale, dei 2.655 impianti di depurazione delle acque comunali esistenti in Polonia, il 74% è costituito da impianti biologici, di cui il 28,4% con un elevato grado di eliminazione di biogeni. Nel 2002 il 57% degli abitanti veniva servito dai depuratori d’acque reflue (di cui il 84% nelle città e il 14% nelle zone rurali). Nel 2002 ancora 53 città e circa il 33% degli stabilimenti industriali non erano attrezzati con impianti di depurazione delle acque. E’ diminuito comunque il grado di inquinamento del Mar Baltico, grazie agli investimenti nella gestione delle acque lungo la costa. In genere, la diminuzione della immissione nell’ambiente di acque reflue non depurate, risultato
soprattutto degli investimenti nei depuratori d’acqua, ha migliorato lo stato delle acque di superficie. Le acque potabili e le acque reflue vengono gestite principalmente dalle società comunali e le tariffe vengono stabilite a livello delle amministrazioni locali. Da notare il basso grado di depurazione delle acque nelle zone rurali, dove risiede ancora il 38,2% degli abitanti. La dinamica degli investimenti nei depuratori d’acqua è ben diversa dalla dinamica di costruzione degli acquedotti e delle reti di fognatura. Il 45% degli abitanti delle zone rurali viene servito dagli acquedotti, l’11,5% dalle reti fognarie e solo il 14% dai depuratori d’acqua. E’ da sottolineare infine il miglioramento dello stato dei fiumi. Nel 2001 secondo il criterio biologico il 52,4% dei fiumi non rispondeva ad alcuna normativa sanitaria (erano il 61% nel 2000) e il 19,7% non rispondeva alla normativa secondo il criterio fisicochimico.
Rifiuti
Attualmente in Polonia il modo più diffuso di gestione dei rifiuti è quello di depositarli in discariche. I sistemi di raccolta differenziata, riciclaggio e smaltimento non sono ancora molto diffusi. Solo alcune città hanno degli impianti di compostaggio o degli impianti di termodistruzione dei rifiuti. In Polonia le statistiche relative al 2002 indicano una produzione totale di rifiuti urbani di 11,1 milioni di tonnellate (47 mln m3) di RSU. Rispetto all’anno precedente si registra una certa
stabilizzazione della produzione nazionale di rifiuti. Le discariche rappresentano il metodo principale di smaltimento dei rifiuti urbani. Nel 2001 la Polonia aveva 975 discariche attive e 61 discariche chiuse, 112 delle quali sono attrezzate d’impianto di degasificazione. In Polonia mancano le attrezzature per lo smaltimento e nel 2000 solo il 2% cioè 248,3 migliaia di tonnellate di rifiuti sono stati smaltiti tramite compostaggio e il 2,9% con le tecnologie di termodestruzione. La quota pro- capite di RSU prodotti in un anno – 288kg è paragonabile alla produzione di Grecia, Slovacchia e Germania (300-320 kg). In Polonia nel 2000 sono stati raccolti in maniera differenziata 1,5 milioni di m3 di rifiuti pari al 3,1% della produzione totale di RSU. I programmi di raccolta differenziata dei rifiuti esistono nella maggior parte dei grandi agglomerati urbani, dove in appositi contenitori vengono raccolti principalmente: carta, vetro, metalli e, in misura relativamente minore, plastica. Si evidenzia comunque che l’aumento del grado di riciclaggio, dal 64,4% nel 1997 al 77% nel 2000, non incide sulla quantità dei rifiuti convogliati nelle discariche, che sta aumentando. Si stima che nelle discariche vengano depositati: 1.550 tonnellate di pile elettriche ed accumulatori, 11.500 tonnellate di tinte, vernici e simili e 3.000 tonnellate di farmaci. Il valore dei rifiuti da riciclare, attualmente depositati nelle discariche, viene stimato dagli esperti per centinaia di milioni di dollari all’anno. La raccolta differenziata nonché il miglioramento delle quantità delle materie riciclate è uno degli obiettivi della nuova politica ecologica. Finora non è stato risolto il problema di smaltimento di rifiuti tossici (pesticidi) che sono depositati in circa 350 cosi dette tombe. La Polonia è uno dei più grandi produttori di rifiuti industriali in Europa provenienti principalmente dalle industrie: mineraria, energetica, siderurgica e dalla estrazione delle materie prime minerali. In termini quantitativi nel 2002 sono stati prodotti circa 118 milioni di tonnellate dei rifiuti di cui il 79% viene riciclato.
Fonti d’energia rinnovabile
L’Unione Europea ha imposto ai paesi candidati il dovere di utilizzo di fonti d’energia rinnovabile al livello del 12% entro 2010. Emanata nel 2000 dal Parlamento Polacco “La strategia dello sviluppo d’energia rinnovabile” prevede che la Polonia entro tale data raggiunga il livello del 7,5%. Nel 2002 solo il 2,5% dell’energia derivava dai fonti rinnovabili. Vediamo nella seguente tabella gli impianti che utilizzano fonti dell’energia rinnovabile:
Biomasse
Le foreste costituiscono il 18,8% della superficie della Polonia. Si prevede che entro 2025 il livello di forestazione del territorio aumenterà al 33%. La produzione annua del legno ricavato dalle Lasy Panstwowe (Foreste Statali) è circa 21 mln m3 di cui 2,5 mln m3 di legna da ardere rimane nelle foreste a causa della limitata domanda. Inoltre buona parte dei residui del legno deriva dalla relativa industria di lavorazione. Attualmente in Polonia esistono migliaia di piccole caldaie a legna e oltre 100 impianti di teleriscaldamento (potenza 0,5-40 MW) principalmente utilizzati dall’industria di lavorazione legno e impianti di teleriscaldamento comunali.
Eolica
All’inizio del 2002 esistevano in Polonia alcuni impianti in rete con utlizzo dell’energia eolica ed alcuni impianti singoli di potenza installata oltre 30 MW. Nel 2001 sono stati progettati nuovi impianti eolici di potenza 1500 MW. La barriera principale dello sviluppo del settore è il fatto che PSE S.A. (l’unico distributore dell’energia) ha implementato il principio di c.d.”mercato equilibrato”- i produttori dell’energia sono costretti a dichiarare la produzione con un anticipo di 48 ore.
Geotermale
Attualmente esistono in Polonia 3 impianti con utilizzo dell’energia geotermale: Banska a Podhale (43MW), Pyrzyce vicino Stettino (33MW) e Mszczonow v.Varsavia (7,5 MW). Le risorse dell’energia geotermale in Polonia superano il fabbisogno per energia termica per riscaldamento delle case abitative. Le principali risorse delle acque geotermali si concentrano sulla pianura e in particolare tra Lodz e Sttetino nella regione Grudziadz- Varsavia e nella regione di Podkarpacie.
d) Le prospettive dopo l’allargamento
Dall’inizio degli anni 90 la Polonia ha registrato un grande progresso nel settore della protezione dell’ambiente dovuto alla ristrutturazione dell’economia e al rafforzamento della politica ecologica. In ogni modo il target del settore per i prossimi anni è quello di raggiungere lo standard ambientale dell’Unione Europea. La Polonia ha ottenuto durante i negoziati di adesione 10 periodi transitori. Le priorità del settore sono strettamente legate ai negoziati e si focalizzano sull’attività di prevenzione dell’inquinamento, sulla depurazione delle acque, sulla gestione dei rifiuti e sulla tutela della biodiversità, del paesaggio e del clima. Si prevede che entro il 2015 solo per raggiungere gli standard dell’UE sono indispensabili investimenti per circa 30-40 mld di Euro. Inoltre saranno realizzati investimenti nel campo delle attività antialluvione e dello sviluppo delle fonti d’energia rinnovabile. A livello nazionale nei prossimi anni saranno realizzati due programmi: il Programma Nazionale della Gestione dei Rifiuti che riguarda circa 1.655 impianti per lo smaltimento e riciclaggio dei rifiuti e il Programma Nazionale della Depurazione delle Acque Reflue che prevede la costruzione della rete fognaria in 162 aglomerati urbani e 1.163 impianti di depurazione delle acque.
I periodi transitori
Nel settore della protezione dell’aria la Polonia nel corso dei negoziati ha ottenuto:
• 4 anni (entro il 2006) per realizzazione della Direttiva 99/32/UE sulla riduzione del contenuto di zolfo nei carburanti;
• 3 anni (entro il 2005) per realizzazione della Direttiva 94/63/UE sul controllo delle emissioni di sostanze organiche volatili che nascono nel processo di stoccaggio di carburanti e nel processo della loro distribuzione dalle stazioni di benzina.
Per quanto riguarda invece le limitazioni alle emissioni in atmosfera degli inquinanti dei grandi impianti di combustione, la Polonia ha ottenuto un periodo di transizione di:
• 8 anni (entro il 2015) per emissioni di SO2 per stabilimenti di produzione d’energia
elettrica, impianti di teleriscaldamento industriale e teleriscaldamento professionale
• 2 anni (entro il 2017) per le emissioni Nox per tutti gli stabilimenti di produzione d’energia elettrica,
• 10 anni (entro il 2017) per emissioni di polveri dagli impianti di teleriscaldamento comunali.
Nel settore della gestione dei rifiuti, la Polonia ha ottenuto:
• 5 anni (entro il 2007) per la realizzazione della Direttiva 94/62/UE sugli imballaggi e rifiuti d’imballo
• 3 anni (entro il 2012) per la realizzazione della Direttiva 99/31/UE sulle discariche
• 5 anni (entro il 2007) per la realizzazione della Direttiva 259/93/CEE sul monitoraggio e controllo del trasporto dei rifiuti su territorio dell’UE e fuori dell’UE
- per alcuni gruppi di rifiuti destinati al riciclaggio c.d.”elenco verde”
- per alcuni gruppi di rifiuti destinati al riciclaggio c.d.”elenco arancione”.
Nel settore della qualità dell’acqua la Polonia ha ottenuto i periodi transitori per la realizzazione di due Direttive:
1) per la costruzione delle fognature:
• 6 anni (entro il 2008) per gli agglomerati con oltre 10.000 abitanti – Direttiva 91/271/CEE
• 10 anni (entro il 2015) per gli agglomerati da 2.000 a 10.000 abitanti – Direttiva 91/271/CEE
2) per la costruzione dei depuratori delle acque reflue:
• 10 anni (entro 2015) per le aglomerazioni da 2.000 a 10.000 abitanti e da 10.000 a 15.000 abitanti
• 13 anni (entro il 2015) per gli agglomerati da 15.000 a 10.000 abitanti
• 8 anni (entro il 2010) per gli agglomerati di più di 100.000 abitanti.
Inoltre la Polonia ha ottenuto periodi di transizione pari a:
• 10 anni (entro il 2015) sullo scarico delle acque reflue nei fiumi dagli agglomerati con meno di 2.000 abitanti,
• 10 anni (entro il 2015) sullo scarico delle acque reflue nelle acque costiere,
• 8 anni per la costruzione dei depuratori delle acque reflue negli stabilimenti dell’industria agro-alimentare equivalenti a più di 4.000 abitanti.
Per la Direttiva 76/464/CEE e altre direttive sullo scarico delle sostanze pericolose, la Polonia ha ottenuto un periodo di transizione di 5 anni.
Nel settore dell’inquinamento industriale la Polonia ha ottenuto 3 anni (entro il 2007) per l’implementazione della Direttiva 96/61/UE sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento da parte delle attività industriali ad alto potenziale inquinante che richiedono un totale cambiamento tecnologico.
Nel caso invece delle Direttive in materia di protezione sanitaria contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti connesse ad esposizioni mediche, la Polonia ha ottenuto 4 anni di transizione.
Le priorità del settore
Negli ultimi anni la Polonia ha fatto progressi nell’armonizzazione della legislazione polacca con quella dell’UE emanando documenti di primaria importanza per il settore, tra cui il Programma dell’Implementazione alla II Politica Ecologica e la Politica Ecologia per il quinquennio 2003-2007. La tematica ambientale è un elemento integrante nella strategia socio-economica del Paese e come tale fa parte del Piano Nazionale dello Sviluppo 2004-2006 e in particolare di due programmi operativi: ”Aumento della Competitività dell’Economia” e “Programma Operativo Integrato dello Sviluppo Regionale”. Le priorità dell’attuale politica ecologica polacca rispecchiano i 10 periodi transitori ottenuti dalla Polonia nel processo di negoziati con Unione Europea. Il livello degli investimenti nel settore dell’ambiente è stabile e oscilla annualmente intorno all’1,4-1,7% del PIL. I costi dell’implementazione della legislazione europea nell’ambito della protezione dell’ambiente vengono stimati in circa 42 mld di Euro. Un migliore utilizzo dei fondi
strutturali e di coesione è l’obbiettivo di primaria importanza per il prossimo triennio. Si stima infatti che per gli anni 2004-2006 la Polonia disporrà per lo sviluppo delle infrastrutture – tra cui quelle ambientali - di circa 2,4 mld di Euro di fondi strutturali e di 1,8 mld di Euro di fondi di coesione. Occorre notare che in Polonia esiste una forte diversificazione delle infrastrutture, tra cui anche le infrastrutture ambientali, sia tra i vari voivodati sia tra le città e le zone rurali, dove risiede ancora il 38,2% degli abitanti. Basta citare che nemmeno la metà (45%) degli abitanti delle zone rurali viene servito dagli acquedotti, l’11,5% dalle reti fognarie e solo il 10,7% dai depuratori. I fondi strutturali destinati alle infrastrutture ambientali saranno destinati principalmente agli investimenti comunali, con un importante impatto nel miglioramento del livello di vita e nella promozione degli investimenti di carattere regionale. I beneficiari di fondi strutturali, le autorità di autogestione locale di tutti i livelli amministrativi, possono presentare i progetti del settore della gestione delle acque, lavori antialluvione, protezione dell’aria, diminuzione dei rifiuti, utilizzo efficiente dell’energia di cui anche quella proveniente da fonti rinnovabili. Comunque i problemi su cui si focalizza maggiormente la strategia dello sviluppo equilibrato sono:
1. Tutela delle acque - in particolare il miglioramento della qualità delle acque di superficie e il miglioramento della distribuzione e qualità dell’acqua potabile. Le priorità del governo sono:
• costruzione e ammodernamento dei sistemi di fognatura e di depuratori dell’acqua,
• ampliamento e ammodernamento delle attrezzature di potabilizzazione delle acque e
sistemi dei acquedotti.
2. Gestione dei rifiuti e protezione del suolo. Secondo le stime della Commissione Europea i costi di adeguamento delle direttive della UE, inerenti il trattamento dei rifiuti urbani in Polonia, ammonterà a 18 miliardi di Euro e dovrà essere completato entro il 2015. Visto che un terzo di tale cifra sarà coperto dai fondi UE, la Polonia si avvia a diventare il maggiore mercato dell’ecobusiness di tutta l’area. Nel prossimo triennio particolare sostegno sarà destinato a:
- costruzione, ampliamento e ammodernamento delle discariche comunali e creazione dei sistemi di riciclaggio e smaltimento dei rifiuti comunali (impianti di selezione rifiuti, di compostaggio ecc.),
- creazione dei sistemi di gestione di sedimenti delle acque reflue,
- bonifica dei terreni degradati dall’attività industriale.
3. Tutela dell’aria, che tra gli altri settori dell’ambiente è il settore più “sensibile”, in quanto la Polonia deve partecipare alla soluzione dei problemi globali legati ai cambiamenti del clima. Entro il 2025 si prevede la diminuzione al livello minimo delle emissioni inquinanti di tutte le fonti principali. Inoltre si prevede che siano realizzati tutti gli obblighi della Polonia derivanti dalle convenzioni internazionali (metalli pesanti, inquinamenti organici, sostanze danneggianti come ozono, asbesto ed altre). In particolare sono previsti:
• ammodernamento e sviluppo degli impianti e delle reti di teleriscaldamento (fonti e reti) legati alla liquidazione di “emissioni basse” nelle zone particolarmente inquinate,
• riconversione di sistemi di riscaldamento delle case verso soluzioni amichevoli alla salute e all’ambiente.
4. Efficienza/conversione energetica verso energie rinnovabili. La strategia dello sviluppo del settore energetico prevede l’elevamento della percentuale di energia rinnovabile nella bilancia energetica del Paese almeno fino al 14% entro il 2020 e l’introduzione di una quota energetica derivante dai rifiuti almeno dell’1%. E’ un obiettivo ambizioso che deve fare i conti con i costi dell’energia, ma è un passo deciso nella direzione giusta. Occorre precisare che si punta maggiormente sulla energia da gas, gasolio, energia elettrica, energia da biomasse (di cui scarti riciclabili di legno, erba, paglia ecc) e di calore derivante dai rifiuti. In seconda battuta viene l’eolico (è già stato avviato un progetto per 100 stazioni eoliche da 1 MW ciascuna sul baltico) e l’idroelettrico (in Polonia ci sono grandi risorse idriche ma piccoli salti). Il fotovoltaico non sembra avere prospettive, ma il solare per riscaldamento appare promettente. Esistono anche delle risorse geotermiche validamente sfruttabili. Occorre segnalare che nelle fonti d’energia tradizionale sono in corso di realizzazione progetti per le reti di gas municipali, fra cui anche uno in una città medio piccola cui partecipa una società italiana.
5. Supporto agli investimenti nel campo dell’adeguamento degli stabilimenti industriali alle esigenze della protezione dell’ambiente. Di interesse particolare saranno gli investimenti per la diminuzione del livello di emissioni da parte degli stabilimenti di combustione energetica, gestione dei rifiuti industriali e pericolosi, costruzione degli impianti di depurazione delle acque reflue industriali, raggiungimento dei standard di sicurezza ecologica e l’implementazione delle Migliori Tecnologie Disponibili (BAT).
6. Tutela della biodiversità e della natura per mantenere gli ecosistemi. Tale problematica assumerà nei prossimi anni rilevanza sempre più basilare. Pertanto è necessaria una elaborazione dei piani, il loro coordinamento e l’implementazione dei metodi di gestione ambientale nei diversi settori dell’economia favorevole alla protezione delle biodiversità. Sarà introdotta sul territorio polacco la rete ecologica europea NATURA 2000. Particolare attenzione sarà rivolta all’educazione ecologica.
7. Tutela e sviluppo del patrimonio forestale, che rimane prioritario anche se viene considerato il primo settore nel quale già da qualche anno vengono applicati i principi dello sviluppo equilibrato.
8. Inquinamento acustico. Nel campo di protezione antirumore si tratta di creare mappe acustiche del livello di rumore e realizzare la rete di monitoraggio di rumore nei punti nevralgici delle città di più di 100.000 abitanti. Un’altra priorità del campo è la diminuzione di livello di rumore sul territorio delle città in particolare nelle zone industriali, aeroportuali e principali percorsi stradali e ferroviari al livello di 55dB durante il periodo notturno.
e) Il finanziamento
Nel corso degli anni ‘90 la Polonia ha registrato un certo miglioramento ambientale, anche se non considerato ancora sufficiente. Il valore degli investimenti nell’ambiente è cresciuto da 0,8 miliardi di dollari USA nel 1991 a 1,5 miliardi di dollari USA nel 2001. Si rileva che dal 1998 il valore degli investimenti espressi in prezzi costanti (del 2000) è calato del 39%. La partecipazione degli investimenti alla tutela dell’ambiente al PIL negli ultimi anni è stata stabile, anche se non rilevante
(1,4%-1,6%) ma dal 2000 oscilla intorno all’1%. Il calo dell’incidenza degli investimenti sul PIL nel 2001 è dovuto alla diminuzione del 28% degli investimenti nell’ ambiente realizzati dall’industria. Il 53,1% degli investimenti è stato realizzato nel settore della protezione delle acque di cui il 19,5% è stato destinato alla costruzione dei depuratori d’acqua ed il 28,9% alla rete delle fognature. Alla gestione dei rifiuti è stato destinato solo il 6,6% del totale degli investimenti. Rispetto agli anni precedenti, nel 2001 la quota degli investimenti delle società è scesa dal 60% al 51,6%. Nel 2001 particolarmente attivi erano i comuni che hanno realizzato il 46,6% degli investimenti. Il 24% dei mezzi finanziari è stato destinato alle tecnologie integrate (1,5 mld PLN) mentre 4,7 mld PLN è stato destinato per altri investimenti.
Tabella pag. seguente: Investimenti nel settore protezione dell’ambiente
Nella struttura degli investimenti dominano gli investimenti per la protezione dell’acqua pari al 53,1% e dell’aria (35%). Circa il 37% degli investimenti nella tutela dell’aria è rappresentata da investimenti con utilizzo di tecnologie moderne di combustione o di fonti di energia alternativa. Nel 2000 è diminuita la quota degli investimenti destinati al risparmio energetico. La quota è scesa al 0,7% rispetto il 2% nel 1999. Il comparto suscita l’interesse della media e piccola imprenditoria.
Fondi di finanziamento per la tutela dell’ambiente
Finora la Polonia utilizza due tipi di finanziamenti nel settore dell’ambiente: finanziamenti nazionali (fondi ecologici e linee di credito bancarie agevolate della Banca dell’Ambiente BOS) ed i fondi d’aiuto quali Phare, ISPA e SAPARD. Si prevede che entro il 2015 solo per raggiungere gli standard dell’UE sono indispensabili investimenti per circa 30-40 mld di Euro.Tali finanziamenti saranno ottenuti dai fondi strutturali e fondi di coesione.
Fondi ecologici nazionali
Uno dei più importanti gestori dei mezzi finanziari destinati alla protezione dell’ambiente è il Fondo Nazionale per la Protezione dell’Ambiente che ogni anno gestisce oltre 200 mln di Euro. E’ un partner importante degli investitori, dei fondi ecologici e degli enti nazionali ed esteri operanti nel campo della tutela dell’ambiente in quanto spesso partecipa ai montaggi finanziari dei più significativi progetti. Il Fondo Nazionale gestisce gli incassi derivati dalle tasse e multe ecologiche. I finanziamenti del Fondo Nazionale funzionano principalmente in tre forme: crediti agevolati, sovvenzioni e finanziamenti del capitale. Oltre al Fondo Nazionale esistono, indipendentemente, 16 fondi ecologici voivodali per la protezione dell’ambiente, fondi provinciali e 2.500 fondi comunali. I loro mezzi finanziari derivano dalle multe pagate dalle imprese che danneggiano l’ambiente. Una parte dei mezzi finanziari dei fondi per la protezione dell’ambiente dei voivodati è destinata alle linee di credito agevolato per gli investimenti nell’ambiente, un’altra parte, sotto forma di sovvenzioni, è destinata al monitoraggio dell’ambiente, all’educazione ecologica, alla prevenzione ed eliminazione dei pericoli straordinari e alla ricerca scientifica. I fondi per la protezione dell’ambiente delle province e dei comuni sovvenzionano e partecipano direttamente agli investimenti proecologici provinciali o comunali. I fondi vengono stanziati a fondo perduto e come linee di credito agevolate.
Fondi d’aiuto
Ispa
La Polonia ha ricevuto il 30-37% del budget totale dell’ISPA che corrisponde a 312-384,8 mln di Euro annui destinati a metà per l’ambiente e trasporti. Il valore del programma ISPA previsto per la Polonia nel periodo 2000-2004 è di 1,4 mld di Euro dei quali saranno destinati ai progetti ambientali circa 700 mln di Euro. La parte dei fondi ISPA riguardanti l’ambiente viene gestita dal Ministero dell’Ambiente mentre l’unità operativa per la preparazione e la realizzazione dei progetti è il Fondo Nazionale per l’Ambiente. Fino al primo semestre 2003 sono stati accettati 33 grandi progetti d’investimento e 1 progetto di aiuto tecnico da parte del Comitato di Gestione ISPA dell’UE del valore di oltre 928 mln di Euro (da realizzare negli anni 2000-2006). Nel 2003 altri 15 progetti sono stati sottoposti alla valutazione del Comitato. Il valore totale dei progetti presentati nel 2003 è di 1.000,57 mln di Euro. Mediamente la quota dell’ISPA nei costi qualificati sarà del 68%. Il valore totale dei fondi ISPA destinati alla Polonia nel periodo 2000-2003 (compresi i progetti sottoposti all’approvazione nel 2003) sarà di 722,28 mln di Euro. Entro la fine del terzo trimestre del 2003 nell’ambito del programma ISPA sono stati firmati 52 contratti d finanziamento. Il valore totale dei contratti per i progetti approvati nel periodo 2000-2002 ammonta a 146 mln di Euro mentre l’allocazione iniziale annua dei fondi nel settore dell’ambiente è di circa 177 mln di Euro. Tra le principali ragioni del basso utilizzo dei fondi ISPA vengono evidenziate carenze organizzative e nella formazione del personale, prolungamento eccessivo dei tempi di negoziazione e di verifica della documentazione.
Safard
Da luglio 2002 esiste la possibilità di utilizzare i fondi SAPARD (Strumento di pre-adesione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale) per lo sviluppo e miglioramento di infrastrutture delle zone rurali. Il programma è gestito dall’Agenzia per Ristrutturazione e Ammodernamento dell’Agricoltura. La Polonia ha firmato quattro accordi annui con la Commissione Europea:
• per il 2000 per un valore di 171.570 mln Euro,
• per il 2001 per un valore di 175.057 mln Euro,
• per il 2002 per un valore di 179.874 mln Euro,
• per il 2003 per un valore di 181.658 mln Euro.
Il totale dell’ammontare stanziato è di circa 708,2 mln di Euro a cui occorre aggiungere cofinanziamento nazionale di 235,8 mln di Euro. L’utilizzo dei mezzi finanziari previsti negli Accordi Finanziari Annui è stato prolungato rispettivamente entro il 2004, 2005 e 2006. L’Accordo Finanziario Annuo per il 2003 è l’ultimo accordo di questo tipo nell’ambito del programma SAPARD prima dell’adesione.
Il sostegno finanziario nell’ambito del programma SAPARD entro la fine del 2003 veniva destinato ai progetti che fanno parte di tre attività:”miglioramento di trasformazione e marketing di prodotti agricoli ed ittici”, “investimenti in aziende agricole” e “ sviluppo e miglioramento di infrastrutture di zone rurali”. Solo quest’ultima attività riguarda gli investimenti nell’ambiente e pertanto viene di
seguito presentata in dettaglio. Occorre notare che i primi di ottobre è stato utilizzato (accordi firmati con beneficiari) circa il 42% del totale dei mezzi finanziari del programma SAPARD 2000-2003, di cui oltre il 48,8% è stato destinato per i vari progetti infrastrutturali (ambiente, trasporti). Entro i primi di ottobre 2003 sono
anche stati firmati gli accordi di finanziamento di 1.727 progetti infrastrutturali di cui: 556 reti fognarie e di depurazione, 381 di costruzione degli acquedotti e di potabilizzazione delle acque, 7 di gestione dei rifiuti e 21 dell’approvvigionamento in energia. Il target principale delle attività legate agli investimenti in infrastrutture è il miglioramento della competitività delle zone rurali come sede di abitazione e di lavoro. Il basso livello dello sviluppo delle infrastrutture rurali scoraggia potenziali investitori. Inoltre senza adeguate infrastrutture non è possibile adeguamento ad alcuni elementi dell’acquis communautaire, come il sistema delle informazioni sul livello dei prezzi, applicazione degli standard igienici. L’attività nell’ambito dell’obiettivo di sviluppo e miglioramento delle infrastrutture delle zone rurali saranno legate principalmente al miglioramento dell’approvvigionamento e qualità dell’acqua, gestione dei rifiuti, costruzione delle strade rurali, miglioramento dell’approvvigionamento dell’energia e sviluppo di telecomunicazione. In particolare saranno preferiti i seguenti investimenti:
- Approvvigionamento delle acque compresa potabilizzazione;
- Depurazione delle acque di scarico;
- Gestione dei rifiuti solidi;
- Strade comunali e provinciali (nuove);
- Approvvigionamento in energia.
Si prevedono due tipologie di soggetti che richiedano dotazioni nel campo delle infrastrutture: il singolo comune e/o associazioni di comuni e province. Ogni beneficiario può presentare al massimo 3 domande di finanziamento nell’ambito dell’attività di sviluppo e miglioramento di infrastrutture delle zone rurali. I mezzi finanziari saranno destinati a sostenere i seguenti investimenti:
- Costi dei materiali, attrezzature, e lavori di costruzione compreso:
- Costi di lavori di geodesia,
- Costi dell’avviamento meccanico e tecnologico p.e. delle stazioni di potabilizzazione,
- Costi di lavori preparativi legati alla realizzazione degli investimenti (fino al 12% del costo totale) - preparazione progetto, studio di fattibilità, costi di direzione lavori ecc.
Per tutti progetti il livello minimo di sostegno è del 25% dei costi totali qualificati dell’investimento, la sovvenzione però non può superare il 50%. Il livello massimo di finanziamento destinato alle associazioni dei comuni non può superare l’ammontare del valore massimo per investimento realizzato dal singolo comune moltiplicato per numero dei comuni partecipanti all’associazione.
Tabella: Livelli di sostegno secondo la tipologia degli investimenti per settore ecologico.
Ecofund
Uno dei gestori dei mezzi finanziari destinati agli investimenti nella tutela dell’ambiente è l’ECOFUND (Polish debt for environment swap) che dal 1991 ha gestito 538 mln di USD concessi da USA, Francia, Svizzera, Svezia, Norvegia e Italia (32,5 mln di USD). Ogni anno l’Ecofund gestisce circa 28 mln di USD. I beneficiari sono le società polacche e le municipalità che presentano i loro progetti all’Ecofund
per ottenere il finanziamento nella forma della sovvenzione. Pertanto solo le società polacche possono sottoporre i loro progetti, compilando il questionario della domanda di finanziamento. Le regole di finanziamento, nonché i settori prioritari sono presentati nelle pagine web www.ekofundusz.org.pl, dove gli interessati troveranno anche il questionario di presentazione del progetto. Progetti sovvenzionati dall’Ecofund sono sottoposti alla procedura delle aperte gare pubbliche internazionali riservate alle società dei paesi contribuenti.
Fondi di finanziamento dopo l’adesione
L’entrata della Polonia nell’UE il 1 maggio 2004 costituisce il momento della messa in moto dei fondi strutturali. Si prevede che nel periodo 2004-2006 la Polonia potrà usufruire di 3-4 mld Euro all’anno per tutti i settori dell’intervento. Una parte di questi fondi sarà destinata ai progetti ambientali per i quali entro 2015 sono indispensabili gli investimenti di circa 30-40 mld di Euro solo per raggiungere gli standard dell’UE. Il Piano Nazionale dello Sviluppo per il periodo 2004-2006 è
una strategia dettagliata dell’utilizzo dei fondi strutturali in Polonia, l’implementazione dei quali si basa sulle regole dell’UE.
Fondi strutturali
Saranno sei i programmi operativi dell’utilizzo dei fondi strutturali e le problematiche ambientali sono state inserite in alcuni di questi:
• Aumento della Competitività dell’Economia anche tramite l’adeguamento delle
imprese alla tutela dell’ambiente. Si prevede il sostegno pubblico agli investimenti
proecologici: per le singole imprese nell’ambito di diminuzione delle emissioni da parte di grandi operatori del settore dell’energia, gestione dei rifiuti industriali e pericolosi, costruzione dei depuratori dell’acqua industriali, utilizzo dei fonti d’energia rinnovabili, raggiungimento degli standard della sicurezza ecologica e l’implementazione di Migliori Tecniche Disponibili (BAT).
• Ristrutturazione e Ammodernamento del Settore Alimentare e Sviluppo delle Zone Rurali; avranno il sostegno gli investimenti infrastrutturali di cui anche ambientali
destinati all’adeguamento alle normative europee nel campo agroalimentare, al miglioramento di qualità di prodotti alimentari, alla tutela della natura nelle zone rurali, alla tutela delle foreste.
• Pesca e Lavorazione del Pesce; si prevede il sostegno ai progetti legati alla tutela di
patrimonio acquatico e alla diminuzione dell’impatto negativo sull’ambiente dell’allevamento dei pesci.
• Programma Operativo Integrato dello Sviluppo Regionale; è un programma di primaria l’importanza tra programmi operativi destinati all’utilizzo dei fondi strutturali nel campo ambientale. Saranno in questo ambito sostenuti gli investimenti nelle infrastrutture che migliorano la competitività regionale e aumentano l’attrattività delle zone periferiche. Tale programma sarà gestito dal Ministero dell’Economia, Lavoro e Politiche Sociali e i mezzi finanziari saranno destinati a sostenere gli investimenti comunali nell’ambiente importanti per il miglioramento del livello di vita e per la promozione degli investimenti di carattere regionale. I beneficiari di tale programma saranno le autonomie locali di tutti i livelli amministrativi, associazioni ed associazioni dei comuni, istituti di ricerca, centri del mercato di lavoro, agenzie dello sviluppo regionale, istituzioni di sostegno all’imprenditoria e tramite loro le Piccole e Medie imprese. I progetti ambientali saranno realizzati nell’ambito di tre attività: infrastrutture ambientali , sviluppo locale e bonifica delle zone degradate.
Infrastrutture ambientali:
• Approvvigionamento di acqua potabile con i parametri richiesti;
• Diminuzione di quantità delle acque reflue comunali non depurate scaricate direttamente alle acque di superficie;
• Abbattimento degli inquinamenti gassosi e di polveri nell’aria;
• Diminuzione dell’impatto negativo dei rifiuti sulle acque sotterranee, aria e terra;
• Sostegno ai sistemi d’informazione ambientale, forestali e monitoraggio;
• Utilizzo di fonti d’energia rinnovabili.
Sviluppo locale:
Saranno sostenuti i progetti che riguardano l’attività sociale ed economica delle zone periferiche che faciliteranno lo sviluppo d’esse. Tali progetti riguardano principalmente le zone rurali, le zone con la concentrazione delle industrie tradizionali le città e i quartieri delle città degradate economicamente e dal punto di vista sociale, le zone degradate postindustriali e postmilitari. L‘Attività prevede la continuazione di campi d’intervento infrastrutturali realizzati nel programma Sapard nelle piccole città e nelle zone rurali.
Rivitalizzazione delle zone degradate:
Lo scopo dell’attività è lo sviluppo di nuove funzioni nelle zone degradate e il ripristino in terreni ed edifici delle perdute funzioni socio-economiche. In tale ottica saranno sostenuti interventi di bonifica di terreno, acque, aria legati alla preparazione della zona per utilizzo (p.e. infrastrutture per gli investimenti, creazione dei parchi).
Fondo di coesione 2004-2006
Il Fondo di coesione è il sostegno finanziario destinato ai Paesi della UE nei quali il reddito pro capite lordo non supera il 90% del reddito medio di tutti i paesi dell’UE. Il fondo di coesione sarà destinato ai progetti importanti a livello nazionale e la decisione finale sullo stanziamento sarà presa a livello della Commissione Europea. Il compito dei paesi utilizzatori è la presentazione delle proposte dei progetti da finanziare. La Strategia dell’utilizzo del Fondo di coesione nel periodo 2004-2006 basata sul Piano Nazionale dello Sviluppo contiene le direzioni principali degli interventi e i criteri di selezione. Nell’ambito del fondo di coesione saranno sostenuti: il settore dell’ambiente e quello dei trasporti. Nel periodo 2004-2006 saranno destinati al settore dell’ambiente fondi di coesione per un valore di 1.866,6mln di Euro e 330,8 mln di Euro dei cofinanziamenti nazionali. Saranno realizzati solo i progetti di valore superiore a 10mln di Euro e il livello massimo di sostegno sarà dell’80-85% dei costi totali qualificati dell’investimento. Lo scopo principale della strategia pro-ambientale per il Fondo di coesione sarà il sostegno alla realizzazione dei progetti d’investimento delle autorità pubbliche, conformi all’adeguamento della Polonia all’acquis communautaire. I criteri di selezione degli investimenti saranno i seguenti:
• Conformità con i target e le regole della politica ecologica dell’UE;
• Facilitazione dell’implementazione degli obblighi della Polonia derivanti dal trattato di adesione e in particolare all’adeguamento alla legislazione più difficile e costosa cioè i progetti che sono legati alla soluzione dei problemi per i quali la Polonia ha ottenuto i più lunghi periodi transitori;
• I progetti che saranno la continuazione del programma ISPA;
• I beneficiari saranno le autonomie locali, associazioni dei comuni, le imprese comunali o altri soggetti pubblici;
• I progetti con un valore minimo di 10 mln di Euro;
• Progetti di elevata efficienza ecologica ed economica;
• Progetti che faciliteranno la coesione economica e sociale della Polonia con l’UE cioè con alta efficienza economica e sociale;
• Progetti d’impatto trasfrontaliero.
Nell’ambito di quanto sopra saranno realizzati le seguenti direzioni d’intervento:
I. Gestione delle acque
- La rete dell’approvvigionamento delle acque potabili e la rete fognaria nonché sistemi di potabilizzazione delle acque e depurazione delle acque reflue per agglomerati di minimo di 100.000 abitanti (preferenze per grandi città);
- Costruzione di reti di fognatura e di scarico delle acque piovane nonché depuratori delle acque reflue;
- Ampliamento e ammodernamento dei sistemi di potabilizzazione delle acque.
Lo scopo principale degli interventi è la diminuzione delle emissioni dell’inquinamento alle acque e in particolare dei piogeni e dell’inquinamento batteriologico.
II. Gestione dei rifiuti
- Realizzazione dei progetti di gestione dei rifiuti nelle grandi agglomerati conforme ai programmi di gestione rifiuti esistenti (sistemi di selezione, riciclaggio e compostaggio ecc);
- Creazione dei sistemi di gestione dei fanghi di depurazione delle acque (tra cui gli inceneritori)
- bonifica dei terreni degradati dall’attività industriale;
- investimenti nei terreni, dove le discariche esistenti creano situazione di pericolo per
le acque sotterranee;
- investimenti sui terreni dove sta per cessare la possibilità di depositare presso le discariche.
Lo scopo principale degli interventi è l’aumento della raccolta differenziata dei rifiuti, diminuzione dei rifiuti depositati nelle discariche di cui anche rifiuti pericolosi, aumento del livello di riciclaggio dei rifiuti, liquidazione delle vecchie discariche comunali e discariche dei rifiuti pericolosi, bonifica dei terreni degradati.
III. Tutela dell’aria
- ammodernamento e ampliamento dei sistemi di teleriscaldamento urbani (fonti d’energia e reti) strettamente legata alla liquidazione delle basse emissioni nelle zone di particolare densità dell’inquinamento;
- conversione sistematica dei sistemi di riscaldamento delle singole abitazioni a sistemi amichevoli alla salute e all’ambiente (p.e. da carbone a gas, ecc)
Lo scopo principale degli interventi è la diminuzione delle “basse emissioni” e la diminuzione delle emissioni alte: SO2, NO2 e altri composti pericolosi.
IV. Miglioramento di sicurezza antialluvione tramite i progetti di rinaturalizzazione dei fiumi, costruzione dei polder, dei serbatoi multifunzionali ecc.
E’ il primo sindacato libero della Polonia Comunista nato nel 1980.
Un apposito meccanismo permette di assicurare la rappresentanza delle minoranze nel Sejm, escludendo le loro liste dalla soglia del 5%; dal 1993 pertanto siedono nell’Assemblea quattro deputati che rappresentano la minoranza tedesca.
Il presidente dispone di un diritto di veto sulle leggi votate dal parlamento che può essere tuttavia neutralizzato con la maggioranza dei tre quinti.
Una proposta di legge può essere presentata anche da 100000 cittadini.
Vi è una legge applicabile a tutte le cariche esecutive detta “legge di lustrazione” in base alla quale i massimi responsabili politici e amministrativi devono presentare giuramento di non aver lavorato per i servizi di sicurezza tra il 1944 e il 1990, sotto il controllo di uno speciale tribunale dipendente dalla corte suprema che ne verifica l’autenticità.
Il primo ministro Leszek Miller è anche il leader di questo partito.
Tale riforma, entrata in vigore il 1° gennaio 1999, prevede la decentralizzazione dell'autorità pubblica e delle finanze pubbliche, attribuendo alle regioni la responsabilità del proprio sviluppo e dell'attuazione delle politiche economiche regionali.
I consigli comunali sono eletti a suffragio universale diretto ogni quattro anni, e designato i membri delle assemblee regionali a livello dei voivodati. Sia le assemblee regionali che i comuni dipendono economicamente dal bilancio statale.
La procura è invece posta sotto l’autorità del ministro della giustizia, che ha il titolo di “Procuratore generale” e nomina i procuratori.
Per quanto riguarda le azioni penali contro personalità che detengono responsabilità supreme in seno all’apparato statale, esse sono giudicate dal Tribunale di Stato, i cui membri sono eletti dal Sejm.
Tale carica si occupa di esaminare le denunce sporte dai singoli cittadini, e viene eletto per quattro anni dal Sejm d’intesa con il Senato.
Essa riconosce ai singoli cittadini la possibilità di adire la Corte Europea qualora essi ritengano che i diritti che spettano loro ai sensi di tale convenzione siano violati. La Polonia ha inoltre ratificato le principali concluse nel quadro delle Nazioni Unite nel settore dei diritti dell’uomo.
Il settore associativo è molto dinamico (attualmente esistono circa 20000 associazioni non governative), nonostante le difficoltà finanziarie delle associazioni che le rendono dipendenti dalle sovvenzioni concesse da enti pubblici e da organizzazioni internazionali e il regime di esenzione fiscale limitato della legislazione polacca che non riconosce il concetto di organizzazione senza fini di lucro.
I giornalisti rimangono soggetti alle disposizioni dell’articolo 270 del codice penale che punisce la diffamazione e l’offesa delle autorità dello stato con pene che possono raggiungere gli otto anni di carcere. Inoltre le reti televisive pubbliche che svolgono un ruolo di primo piano in Polonia (2 reti nazionali e 11 locali pubbliche contro 2 private nazionali, 2 locali, 4 via cavo e 10 via satellite) soffrono dell’influenza delle autorità pubblica.
Si fa eccezione per i servizi essenziali per la popolazione.
Il fermo di polizia è limitato a 48 ore e può essere prorogato solo tramite l’intervento di un giudice; la persona fermata tuttavia non può farsi assistere da un avvocato finché il procuratore non ha definito le imputazioni nei suoi confronti.
Secondo le nuove norme, viene così proibito di affiancare funzioni pubbliche con cariche negli organi di controllo delle associazioni attive nel mondo degli affari o comunque destinatarie di fondi pubblici. I pubblici funzionari che prendono parte alle gare ed aste pubbliche saranno obbligati a presentare dichiarazioni patrimoniali, come i direttori e i ministri. Tali dichiarazioni dovranno essere conformi alle dichiarazioni dei redditi e alle relative contribuzioni fiscali. Tutte le informazioni dettagliate di Dirigenti o alti funzionari verranno pubblicate nel Bollettino della Pubblica Informazione. Altra novità riguarda inoltre quei funzionari che lasceranno il servizio, che per almeno due anni non potranno esercitare qualsiasi tipo lavoro presso compagnie private coinvolte nelle decisioni da essi stessi prese durante la permanenza in servizio.
In Polonia, i prezzi dei prodotti agricoli sono nettamente inferiori a quelli dell’UE, e ciò ha provocato una forte compressione del margine tra prezzo e costo, che ha fatto crollare la produzione agricola nei primi anni di transizione, causando l’abolizione della maggior parte delle sovvenzioni al settore agricolo. Un altro fattore da notare è la scarsa qualità dei prodotti, che può essere migliorata attraverso investimenti in infrastrutture e una modernizzazione radicale del settore agricolo.
Nel 1991 si assiste al collasso del COMECON, (Council for Mutual Economic Assistance ), e la Polonia firma un accordo con l’Unione Europea, che rappresenta il passo più importante verso l’obiettivo di libero scambio dei beni,.
Trattandosi di voci rilevanti del consumo familiare, questi prezzi erano quelli che incidevano maggiormente sul tasso di inflazione, e necessitavano un controllo maggiore, (il 23% dei prezzi dell’indice di inflazione era quindi controllato).
Talvolta i dazi sono stati maggiorati anziché ridotti, come dimostra la tassa all’importazione applicata a tutte le merci introdotta nel 1992, sebbene il governo l’abbia ridotta progressivamente, abolendola completamente nel 1997.
Si tratta soprattutto di sovvenzioni implicite sotto forma di arretrati fiscali e previdenziali.
Non vi era un buon coordinamento tra politica fiscale e politica monetaria. La politica monetaria è stata fin dal 1998 responsabilità del “Monetary Policy Committee”, che è composto dal presidente della BNP e nove membri esterni, nominati per sei anni, da Sejim, Senato e Presidente (tre cadauno).
Le stazioni di servizio in questi ultimi anni hanno usato in madia circa 57 tonnellate di carburante contro le 82 del 1990.
L’83,8% della produzione totale di autoveicoli è destinata all’esportazione. La Fiat è al primo posto in Polonia nella produzione di autovetture, seguita da Opel, Daewoo e Volkswagen.
Il settore del cemento è invece tutto nelle mani straniere dominato da: un’impresa germano-belga, Heidelberger/CBR, il gruppo francese Lafarge, le tedesche Dyckerhoff e Miebach, e le inglesi Rugby e Readymix.
Nel 2004, la Direzione Generale per le strade nazionali e le autostrade (organismo governativo denominato GDDKiA) intende investire 4,38 miliardi di PLN per il miglioramento della rete stradale nazionale. Marek Pol, ministro delle infrastrutture, ha dichiarato che la costruzione dell’autostrada A1 sarà intrapresa nella seconda metà del 2004. Motivo dei tempi mediamente lunghi è soprattutto da ascriversi alle trattative con la GTC, l’azienda che ha ottenuto l’appalto e che si occuperà della A1.
La costruzione di nuove abitazioni scese da 190.000 unità nel 1980 a 97.600 nel 2002; per migliorare la situazione il governo predispose degli sgravi fiscali, che vennero per lo più sfruttati da gruppi di persone con alti redditi, ma che furono di scarso aiuto a quelli con bassi redditi.
Gruppi Francesi quali Auchan, Geant, Carrefour,, la catena Svedese di attrezzature e mobilio per la casa IKEA, e la catena di centri commerciali Inglese Tesco, sono molto attivi in Polonia.
A vantaggio degli investitori stranieri, da sottolineare la presenza di 15 zone economiche speciali, in cui si gode di benefici soprattutto a livello fiscale.
Si tratta dei sei paesi candidati del primo gruppo: Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Polonia, e Slovenia.
La politica ecologica di stato nacque però nel 1991, un anno prima l’agenda 21 di Rio de Janeiro, ma non fu molto efficace fino a quando venne arricchita nel 1998 dopo la nascita della nuova Costituzione.
Il Piano Nazionale dello Sviluppo-PNS 2004-2006 è una strategia dettagliata dell’adeguamento della Polonia all’UE in quanto lo scopo strategico del PNS è lo sviluppo dell’economia competitiva basata sui principi dell’imprenditorialità, un’economia capace di sviluppo armonico e a lungo termine che porta ad aumento nell’occupazione e miglioramento della coesione sociale, economica e territoriale con l’UE, sia sul livello nazionale sia regionale. Nell’ambito del PNS è
prevista la realizzazione di sei programmi operativi e le direzioni dell’intervento per il fondo di coesione.
Il Piano Nazionale della Gestione dei Rifiuti presenta obiettivi e fabbisogni d’investimento nel campo della gestione dei rifiuti nel periodo 2003-2014. Il piano presenta il programma dell’attività nel campo della gestione dei rifiuti comunali, gestione dei rifiuti d’imballo entro il 2007, gestione dei fanghi derivati dalla depurazione, gestione dei rifiuti industriali e pericolosi. Per la realizzazione dei progetti d’investimento presentati nel Piano Nazionale della Gestione dei Rifiuti sono necessari gli investimenti di circa 3,2 mld di Euro di cui nel settore comunale circa 2,3 mld di Euro, nel settore imprenditoriale 544mn di Euro e circa 270 mln di Euro nel settore di rifiuti pericolosi. Il Piano Nazionale della Gestione dei Rifiuti presenta 1.655 stabilimenti dello smaltimento e riciclaggio dei rifiuti.
Il Piano Nazionale della Depurazione delle Acque Reflue prevede la costruzione della rete fognaria in 162 agglomerati e realizzazione di 1.163 impianti di depurazione delle acque reflue (compresi gli impianti destinati all’ammodernamento e all’ampliamento).
Di questo strumento se ne parla in tal sede in maniera più approfondita, poiché nel secondo capitolo non se ne discusso, in quanto strumento principalmente di politica agricola e non ambientale. Ma nel caso della Polonia, il cui ambiente e la cui economia sono caratterizzati da una buona parte da aziende agricole e zone rurali che manifestano vari problemi ambientali, tale strumento è di rilevante importanza.