Il risvolto quantitativo del rischio in un investimento finanziario, solo nel recente passato è stato preso in considerazione; fondamentalmente solo sotto il punto di vista qualitativo si era avvezzi ad affrontare la valutazione del rischio azionario. A partire poi dagli anni sessanta sono stati sviluppati una serie di modelli di valutazione, che poggiano sul tipo di approccio utilizzato per la valutazione delle varie possibilità di investimento, in un più generale quadro di valutazione dell' di portafoglio, esigenza sentita da ogni investitore.


   
Uno dei modelli più diffusi scaturiti dagli studi sviluppati al riguardo è il Capital Asset Pricing Model (CAPM). Il CAPM quantifica il rischio che è insito in ogni investimento finanziario e determina il prezzo che rappresenta l'equilibrio di una unità di rischio in un dato intervallo temporale. Si definisce quindi il rischio come varianza dei rendimenti di un titolo, chiarita dai movimenti avutisi nell'intero mercato. Gli altri tipi di rischio possono essere eliminati effettuando una opportuna diversificazione nel portafoglio.
   
Nel caso in cui si chiedono rendimenti crescenti al fine di compensare il rischio che i risultati attesi non si verifichino, non si potranno nel contempo chiedere rendimenti addizionali al fine di compensare il rischio che si corre per poter eliminare tramite una diversificazione del portafoglio. In pratica è possibile eliminare con la diversificazione il rischio " specifico ", ovvero il rischio non legato all'andamento del mercato in generale, mentre il rischio " sistematico", cioè quello legato ai movimenti del mercato in generale causato da eventi di carattere economico, politico e sociale che influenzano l'andamento dei tassi di rendimento di tutte le attività trattate sui mercati, è quello che fa richiedere agli investitori una congrua contropartita.
   I suddetti rischi vengono identificati con due coefficienti che andiamo ad illustrare, l'uno riferito al rischio specifico noto come ALFA, il rischio sistematico è invece noto come BETA.
   ALFA. Tale coefficiente indica la tendenza di un titolo a produrre reddito in linea capitale, indipendentemente dall'andamento del mercato. E' un parametro utilizzato come indicatore del livello di rischiosità specifico di un titolo. Viene espresso come tasso percentuale annuo, semestrale, trimestrale o mensile che indica la differenza tra il rendimento effettivamente registrato nell'intervallo di tempo esaminato ed il rendimento atteso che quel titolo avrebbe dovuto generare nel periodo considerato nel caso in cui la dinamica del prezzo fosse dipesa solo dal suo rischio di mercato, misurato con il coefficiente Beta. Alfa indica come il mercato percepisce l'andamento del rendimento di un titolo in relazione al rischio specifico che lo caratterizza, segno e grandezza di Alfa pongono in evidenza se il mercato stesso sconta sul titolo considerato particolari attese diverse dalla media. Riportiamo le letture che si possono fare dell'indicatore:

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ALFA =0 = Equilibrio, il titolo esprime rendimenti in media con le attese.

ALFA >0 in crescita = Attesa di rendimenti superiori alla media.

ALFA >0 in calo = Esaurimento delle attese di rendimenti superiori alla media.

ALFA <0 in calo = Attesa di rendimenti inferiori alla media.

ALFA <0 in crescita = Cambiamento in positivo delle aspettative, con ripercussioni sul prezzo del titolo.


   BETA. Noto come coefficiente di volatilità, indica un parametro specifico di ogni singola azione indicando le relazioni tra un titolo ed il mercato e relazionando il rendimento del titolo con quello generale di mercato nello ...

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